mercoledì 18 dicembre 2013

ADHD chiarimenti tra miti e leggende

Ogni mese per noi scriverà lo Psicologo Psicopatologo Gianluca Lo Presti specialista in dislessia, DSA e ADHD.
Questo è ciò che con grande piacere ho l'onore di farvi leggere.
 
 
 
 
"Quando mio figlio è disattento e impulsivo"
ADHD chiarimenti tra miti e leggende

"Lo devo richiamare per ogni cosa, sembra non ascoltare quando gli parlo, se gli dico -no- inizia un piagnisteo immenso, anche la cosa più semplice spesso diventa una lotta estenuante e se gli concedo quello che vuole mi sento impotente come genitore, se in un momento di nervosismo litigo con lui, poi ho i sensi di colpa..... e dunque spesso non so come devo fare per gestirlo"

Sono molti i genitori che si riconosco nelle parole di questa mamma che chiameremo Maria. Forse anche tu.
La cosa che ti spiazza è però che lui ti dimostri o ti dica spesso "mamma io voglio fare il bravo ma non ci riesco"

Allora: che cosa succede, cosa c'è che non va?

In alcuni di questi casi potrebbe essere presente un problema definito Disturbo da Deficit Attenzione/Iperattività -ADHD-
E' un disturbo evolutivo molto discusso.

Esiste o no?
Prima di tutto Esiste. Chiamatelo come volete, ma esiste: basta chiederlo a tutti quei genitori che ogni giorno si trovano in questa condizione, oltre che dell'infinito materiale scientifico prodotto sino ad ora.

Che cos'è?
E' un disturbo evolutivo dello sviluppo in cui il bambino, per cause che qui non approfondiremo ma di ordine neuropsicologico, non riesce a prestare attenzione sufficiente ne ai particolari ne a lungo termine, con forti ricadute in una certa iperattività motoria. Altro aspetto è anche quello legato all'impulsività, in cui il bambino non riesce ad inibire alcuni comportamenti (non dire parole inappropriate in certi momenti, interrompere gli altri mentre sono impegnati in conversazioni, ec).

E' facile da diagnosticare?
No. E' un inter complesso e specialistico. Non bastano ne test su internet ne osservazioni.

Chi se ne occupa?
Lo Psicologo o il Neuropsichiatra ma esperto in Psicopatologia dell'Apprendimento o dello Sviluppo.

Cosa fare se mio figlio è ADHD?
Prima di tutto è una diagnosi specialistica che lo afferma se sia ADHD o meno.
Nella stessa troverai le indicazioni operative, che spesso sono quelle di fare degli incontri come genitore al fine di migliorare il tuo stile educativo, degli incontri il bambino per migliorare la sua autoregolazione.
Il alcuni ridotti casi, ma solo dopo il consulto dell'equipe medica, e accuratissimi controlli, può essere consigliato un breve ciclo farmacologico: questo a nostro avviso può anche essere utile (dipende da caso a caso) ma sempre e solo nel frattempo che il bambino venga seguito sul piano individuale con qualcuno che si occupi di dargli delle strategie autoregolative.

Per concludere; se tu sia un genitore con ragazzino con ADHD o semplicemente con difficoltà nella gestione del bambino, allora prova queste semplici(ssime) regole ogni giorno:
COMANDI. Le istruzioni devono essere brevi (di dieci parole o meno), semplici e specifiche e devono descrivere passo per passo quello che il bambino deve fare.
-RINFORZI POSITIVI. Per fare in modo che il bambino manifesti più frequentemente certi comportamenti positivi e adeguati è molto importante prestare attenzione e premiare tali azioni anche quando si è irritati con lui per altri motivi.
-IGNORARE. Anche se difficile, ma è indispensabile ignorare i comportamenti lievemente negativi, se sono messi in atto allo scopo di attirare l'attenzione del genitore (lamentarsi, fare il broncio) o se non sono realmente dannosi.
NON LASCIARE CHE IL BAMBINO FACCIA A MODO SUO. Non permetere al figlio di fare quello che vuole se si vuole evitare un incremento dei comportamenti problematici: il bambino ha bisogno di una guida per imparare i comportamenti corretti.
AIUTARE IL FIGLIO A RISOLVERE I PROBLEMI. Agire da modello per indurre il bambino a imitare i genitori affinchè impari a risolvere i propri problemi in modo riflessivo e con dei piani d'azione.
EDUCAZIONE COERENTE. Utilizzare premi e gratificazioni di comportamenti positivi, stabilire dei "contratti comportamentali"  , ovvero vere e proprie contrattazioni genitore-bambino per stabilire norme e regole comportamentali condivise, e adottare in modo coerente a ogni comportamento positivo o negativo del figlio le regole concordate.
CONTROLLARE. Stabilire con il figlio specifiche regole di comportamento, verificare che queste vengano rispettate e prendere provvedimenti ogni volta che una regola viene infranta.


Un saluto a tutti e ricordate sempre che genitori ne si nasce ne si diventa, ma lo si deve saper essere è ogni giorno.

Gianluca Lo Presti
Psicologo e Psicopatologo dell'Apprendimento, si occupa di Dislessia, DSA e ADHD, gestendo una rete di servizi territoriali.
Ha pubblicato, tra i vari articoli, anche libri come "Diagnosi dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento Scolastico" e "Dislessia e Altri DSA a scuola" per le Ed. Erickson
Questo il suo Blog/magazine: http://gianlopresti.blogspot.it/ 

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