giovedì 20 giugno 2013

Il parto prematuro gemellare di Martina

Questa è una testimonianza di parto prematuro  gemellare, con le sue difficoltà, ma ugualmente  bellissimo, emozionante, da leggere tutto d'un fiato.
Cosa accade se i gemelli nascono prima del termine? Cosa si prova a non poter portare a casa con sé i suoi piccoli, ma poterli solo vedere un'ora il giorno, non potendoli abbracciare e coccolare? Dopo mesi e mesi di attesa........
Questa è una testimonianza di un parto di gemelli in anticipo.








Ecco cosa ci racconta Martina:


Ciao a tutte, io sono Martina, mamma di Giulia&Giorgia, 3 anni. Mi piacerebbe di più parlare di come avrei voluto fosse la mia esperienza e invece sono qui a raccontarvi una storia, quella del mio parto, che spero solo non demoralizzi le bi-mamme in dolce attesa. Ricordatevi care che non tutti i parti sono uguali, ogni esperienza è diversa, diversa nei modi e nelle sensazioni.

Sono di Venezia, ma ho partorito a Treviso all’Ospedale Ca’ Foncello alla 34+2. La mia gravidanza è stata nel complesso senza complicazioni. Le bimbe sono monocoriali bi-amniotiche, ossia in due sacchi ma con la placenta unica. Per questo motivo ogni 3/4 settimane facevo un’ecografia per controllare che le due bimbe mangiassero in maniera equilibrata senza portarsi via “la pappa” l’una con l’altra. Sin da subito Giorgia tendeva a mangiare di più della sorella e il suo peso è sempre stato leggermente superiore rispetto alla sorella. Alla 27ma settimana sono stata ricoverata 3gg al Civile di Venezia per una cura di Bentelan: il medico che mi seguiva la gravidanza prevedeva un gestazione non oltre la 35ma per cui aveva preferito accelerare lo sviluppo polmonare delle bimbe in modo tale che se anche ci fossero stati problemi prima della 35ma settimana le gemelle non avrebbero avuto complicazioni. Tutto è andato bene fino alla 31ma quando abbiamo preferito farmi ricoverare a Treviso, ospedale in cui avrei avuto assistenza anche nel caso in cui le bimbe fossero nate molto prima del previsto, assistenza che Venezia non mi assicurava per mancanza di una terapia intensiva neonatale attrezzata per bimbi molto prematuri. Il mio soggiorno a Treviso è durato 20gg circa, monitoraggi quotidiani, 2 volte al giorno, finché un’ecografia non ha rilevato che la piccolina Giulia non cresceva più e fu deciso quindi di intervenire con cesareo. Sono intervenuti alla 34+2, puntura spinale e via… il giorno 1 aprile 2010 alle 8.35 è nata Giorgia, alle 8.36 è nata Giulia. Tutto bene, “ciao amore sono la mamma”, “ciao amore sei bellissima”, urla (le loro) e pianti (i miei) hanno fatto da contorno ad un’equipe medica che stava curando loro e me. Le bimbe sono state portate subito in terapia intensiva nel reparto di patologia neonatale. La patologia di Treviso è suddivisa in 3 sezioni a seconda delle condizioni gravi-meno gravi dei prematuri, sono ammessi all’interno solo mamma e papà, obbligati a indossare un camice, guanti e salva scarpe. C’è una vetrata che circonda tutto il reparto e che permette anche a nonni e parenti di vedere i nascituri. Diciamo che non è proprio una “vetrina” piacevole come può essere quella di un nido normale: ci sono bimbi veramente in condizioni critiche, incubatrici ovunque, tubicini, tubi grandi, strumenti e macchinari con lucine varie e suoni alcuni inquietanti… Le mie bimbe le ho viste 2 secondi alle 8.30 dell’1 aprile. Le ho riviste poi a distanza di due giorni. Non era quello che mi ero immaginata, non era quello che speravo di vivere nei primi miei istanti da mamma. Una volta partorite le bimbe ho avuto una reazione allergica alla spinale: ho cominciato a sentirmi soffocare, mi sentivo le tonsille ingrossarsi sempre di più, cominciava a mancarmi il respiro, ho avvisato subito l’anestesista e sono stata tenuta sotto controllo per due ore. Fuori ad aspettarmi c’erano il mio compagno e i miei genitori ai quali non erano state comunicate le mie condizioni e che non vedendomi uscire cominciavano a preoccuparsi. Io non pensavo fosse passato tanto tempo, avevo perso completamente la cognizione temporale, ero convinta di essere stata dentro poco e invece il mio compagno mentre mi accompagnavano in stanza mi disse che erano passata ben due ora da quando avevano portato le gemelle in terapia intensiva. Quando mi son ripresa, a distanza di due giorni, mi hanno messa in sedia a rotelle e mi han portata a vedere per la prima volta (anzi seconda..) le mie bambine. Erano lì piccoline, minime, mignon…. Giorgia è nata 2,200 kg per 45.5 cm, Giulia 1,860 Kg per 43 cm. Piccole…. Le mie piccole…. E quella volta lì ho potuto tenere in braccio solo Giulia perché Giorgia era piena di tubicini, impossibile da abbracciare. E Giulia, questo scricciolo, aveva un tubicino su per il naso, uno sul braccio e uno sotto il piede. Non sapevo come prenderla in braccio, avevo paura di farle male. Il giorno dopo ho potuto prendere in braccio anche Giorgia. Andavo tutte le volte k potevo, tutti i pomeriggi andavo ogni ora (si poteva entrare in reparto solo nel pomeriggio). La domenica di Pasqua, Giorgia mi ha fatto prendere uno spavento perché lì davanti ai miei occhi ha smesso di respirare e gli strumenti che la monitoravano avevano cominciato a suonare e suonavano e suonavano e io non vedevo arrivare nessuno, o almeno ero convinta di non vedere arrivare nessuno e invece l’infermiera c’era solo che io ero talmente scossa da quello che stavo vivendo che non me ne rendevo conto. “Signora non si preoccupi la piccola non ha niente, si è solo dimenticata di respirare, succede, a volte si dimenticano” – dimenticata??? Per pigrizia… praticamente sembra che ci siano dei bambini talmente pigri che si dimentichino addirittura di respirare. Effettivamente Giorgia lo è pigra, resta comunque il fatto che tu mamma da pochi giorni queste cose non le sai e enfatizzi tutto all’ennesima potenza perché la ragione non comanda più, c’è solo il cuore di una mamma che non vede l’ora di abbracciare e di portarsi a casa le sue piccoline. Il decorso post-operatorio ha visto le bimbe tenute in patologia per 20gg circa, con trasferimento da Treviso a Venezia (non vi sto a raccontare anche qui l’incubo che abbiamo dovuto affrontare altrimenti non è più finita…). Una volta a Venezia, io andavo tutti i giorni in ospedale, dalla mattina alla sera, speranzosa ogni santo dì di sentire che il Primario mi dicesse “Signora le porti a casa”, ma dovevamo aspettare che Giulia raggiungesse i 2kg di peso e dopodiché avremmo potuto tornare tutti a casa. Concludo raccontandovi che dopo il controllo dei 40gg sono stata ricoverata un’altra volta a Treviso per eseguire un’isteroscopia: pur avendo fatto un cesareo avevo ancora placenta dentro. E così è andata la mia avventura… spero solo di non aver spaventata nessuna. Sono esperienze, c’è chi le vive senza il minimo trauma, chi invece passa ore e ore di travaglio o chi si vede strappare i propri bimbi subito dopo averli partoriti. Il mio sogno era quello di prenderle e tenermele in braccio, sin da subito, allattarle, coccolarle, tenerle strette a me… e invece per 20 lunghi giorni siamo stati distanti. Eh vabbé vorrà dire che mi toccherà farne un altro (uno solo però magari stavolta…) in modo da coccolarmelo e godermelo … scherzo scherzo… ho già dato! Son felicissima con le mie bambine, sono tutta la mia vita, io sono per loro e grazie a loro. Buona fortuna bi-mamme!!
 
 
Grazie Martina per la tua bellissima testimonianza che hai condiviso con tutte noi, riguardante la tua gravidanza gemellare.

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